La Giornata mondiale 2021 è dedicata alle donne che rischiano di essere condannate a morte, alle donne già giustiziate e a quelle donne che sono state scagionate o graziate. Amnesty International riferisce che le esecuzioni di donne nel mondo sono poche, ma ognuna è particolarmente grave perché nei processi non vengono prese in considerazione le circostanze attenuanti. Una discriminazione basata sul genere, e spesso associata ad altri elementi come l’età, l’orientamento sessuale, la disabilità, espongono le donne a molteplici forme di disuguaglianza. Tali pregiudizi possono pesare enormemente sulla condanna. É fondamentale rendere il mondo consapevole della discriminazione che le donne subiscono e quanto questa possa incidere sull’eventuale condanna a morte.
Dichiarazione comune dell'alto rappresentante, a nome dell'Unione europea, e della segretaria generale, a nome del Consiglio d'Europa
In occasione della Giornata europea e mondiale contro la pena di morte, l'Unione europea e il Consiglio d'Europa ribadiscono la loro ferma opposizione alla pena capitale sempre e in qualsiasi circostanza. La pena di morte è una punizione crudele, inumana e degradante in violazione del diritto alla vita. La sua abolizione è fondamentale per garantire il rispetto della dignità umana.
La Giornata mondiale di quest'anno è dedicata alle donne. Nonostante le donne rappresentino una piccola percentuale delle condanne a morte a livello mondiale, la discriminazione basata sul genere continua a colpire le donne a tutti i livelli del sistema giudiziario penale. In alcuni paesi le donne sono condannate in numeri maggiori rispetto agli uomini per reati legati alla moralità sessuale, come l'adulterio. Inoltre, le circostanze attenuanti connesse alle violenze e agli abusi basati sul genere sono raramente prese in considerazione durante il procedimento penale.
L'abolizione della pena di morte è prima di tutto una questione di volontà politica. Accogliamo con favore il fatto che continua a diminuire il numero di paesi dove ancora avvengono esecuzioni. Lo scorso anno non si sono verificate esecuzioni in 176 paesi, che rappresentano il 91 % degli Stati membri delle Nazioni Unite. Ogni anno si registrano nuove tappe verso l'abolizione mondiale della pena di morte. L'8 ottobre la Sierra Leone ha abolito la pena di morte. Negli Stati Uniti quest'anno la Virginia si è aggiunta al novero degli Stati che hanno abolito la pena di morte. L'intenzione del presidente Biden di abolire la pena di morte a livello federale negli Stati Uniti, nonché la moratoria sulle esecuzioni imposta dal procuratore generale degli Stati Uniti, sono passi importanti per il futuro. L'Armenia ha ratificato il secondo protocollo facoltativo sull'abolizione della pena di morte e il Kazakhstan sta completando il processo di ratifica. Esortiamo la Bielorussia a procedere all'abolizione.
Porre fine al commercio di merci utilizzate per la pena capitale è particolarmente importante per eliminare la pena di morte. Rispecchiando il regolamento dell'UE contro la tortura, quest'anno il Consiglio d'Europa ha adottato una raccomandazione che mira a porre fine alla partecipazione europea a questo terribile commercio (raccomandazione CM/Rec (2021) 2 relativa a "misure contro il commercio di merci utilizzate per la pena capitale, la tortura ed altre pene o trattamenti crudeli, disumani o degradanti"). Incoraggiamo tutti gli Stati membri del Consiglio d'Europa ad attuarla. Contiamo sugli Stati membri del Consiglio d'Europa che non hanno ancora aderito ai pertinenti protocolli della Convenzione europea dei diritti dell'uomo a farlo senza indugio. Attualmente partecipano all'Alleanza mondiale per un commercio libero da tortura 62 Stati. Esortiamo tutti i paesi ad aderire all'Alleanza e a intensificare gli sforzi per stabilire norme internazionali comuni in materia di commercio senza tortura.
In vista del Congresso mondiale contro la pena di morte del 2022, continueremo a sostenere un dibattito pubblico più ampio e attività di sensibilizzazione in merito alla pena di morte e al suo drammatico impatto sulle famiglie e sulle società. Proseguiremo i nostri sforzi, la nostra vigilanza, il nostro dialogo con i paesi che non hanno ancora abolito la pena di morte e il nostro sostegno alla società civile e alle ONG fino a quando non verrà applicata nessuna nuova condanna a morte.
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