La celebrazione, giunta quest’anno alla sua XXVII edizione, ha scelto quale “piazza” principale la città di Napoli, ma simultaneamente in centinaia di luoghi in Italia e nel mondo, si terranno momenti di riflessione, di approfondimento e di incontro per unire migliaia di persone attorno ai valori della memoria e dell’impegno.
Dal 1996 il 21 marzo rappresenta infatti l’occasione di essere al fianco di chi, troppo spesso, non ha ottenuto né verità né giustizia. Un esercizio di memoria responsabile e generativa, un impegno che innanzitutto restituisce dignità ad esistenze drammaticamente interrotte dalla peggiore delle violenze e offre un'occasione per portare alla luce la storia di un Paese segnata da contesti di ingiustizia e malaffare, ma caratterizzata soprattutto da tanti percorsi di resistenza civile, riaffermazione dei diritti delle persone e delle comunità, un’occasione per rivolgere lo sguardo al presente e riflettere sulla presenza delle mafie e della loro costante evoluzione nei nostri territori.
Le vite delle vittime diventano occasione per ritrovare le radici e l’orizzonte del nostro impegno quotidiano, per la costruzione di una società libera dall’oppressione mafiosa, l’affermazione del valore della cultura, la tutela e la cura degli ambienti nei quali viviamo, urbani e naturali.
Qui alcune tracce di pensiero che affrontano in maniera differenziata le forme di violenza verso le quali ci possiamo impegnare a costruire alternative di disarmo, partendo da noi stessi.
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